NUTRIZIONE: Per la Mamma Divezzamento
da Francesca Ferrari | Lug 02, 2020 | Nutrizione

Ho deciso di creare per noi donne, per noi mamme e per tutto quello che riguarda la salute femmine una squadra, un team -chiamiamolo come vogliamo- che si basi sul concetto dell’unione e della condivisione.

Siamo una nutrizionista, un’ostetrica, una psicologa e un’educatrice di nido (esperta in massaggio infantile).

Martedì 6 ottobre alle 17.30 nel mio studio in via Pier Paolo Pasolini nr. 23 a Modena ci sarà il primo incontro e sarà sullo SVEZZAMENTO o più propriamente sull’ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE, un tema molto caro a noi mamme.

Gli argomenti successivi saranno tanti e riguarderanno sempre passaggi cruciali e fondamentali della vita nostra e dei nostri figli, quali gravidanza, menopausa, alimentazione nel bambino dai 2 ai 5 anni, adolescenza e così via. Vi terremo aggiornate costantemente.

In vista del nostro primo incontro a 8 mani vorrei approfondire con questo articolo il tema del DIVEZZAMENTO, dal punto di vista nutrizionale; mentre, a seguire, nei prossimi mesi, le mie colleghe integreranno e approfondiranno tutti gli altri aspetti legati a questo momento molto delicato.

Parlo di momento delicato perché ritengo fondamentale che la promozione della salute debba iniziare fin da piccoli, perché nei primi mesi e anni di vita vengono gettate le basi per il futuro.  Sarebbe utile fin da bambini adottare valori, correlati all’alimentazione e alla salute, e lavorare in maniera preventiva per migliorare la qualità di vita, il comportamento alimentare e lo stile di vita nell’adulto.

Come afferma il Ministero della Salute, con il termine divezzamento (più propriamente “avvio dell’alimentazione complementare”) si intende il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea ad un’alimentazione semi-solida e poi solida, caratterizzata dalla progressiva introduzione dei cosiddetti “alimenti complementari”, cioè alimenti diversi dal latte e questo perché circa dal sesto mese di vita compiuto, il latte materno da solo non è più sufficiente a soddisfare i bisogni nutritivi del bambino soprattutto per quanto riguarda l’apporto di energia, proteine, ferro, zinco e vitamine.

Se la madre ha allattato al seno il proprio bambino, svezzamento non deve per forza significare fine dell’allattamento, anzi il latte materno offre numerosi benefici al bambino e alla madre che, se lo desidera, potrà continuare ad allattare anche dopo il primo anno di vita del bambino.

IL MOMENTO GIUSTO

Non esiste un momento preciso e uguale per tutti in cui iniziare: il timing dipende da numerose variabili individuali, tra cui le specifiche esigenze nutrizionali, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale, la crescita staturo-ponderale, il rapporto mamma-bambino, le esigenze specifiche della mamma e il contesto socio-culturale.

In linea generale è comunque il bambino a mostrare quando è pronto ad assaggiare altri cibi: allungherà le manine verso il piatto, cercherà di afferrare, manterrà la posizione seduta senza difficoltà reggendo bene la nuca e riuscirà a masticare e deglutire in maniera efficace. In linea generale comunque intorno ai 6 mesi la maturazione intestinale è quasi completa.

TIPI DI SVEZZAMENTO

Esistono principalmente due tipi di svezzamento, lo svezzamento tradizionale e l’auto-svezzamento o alimentazione complementare a richiesta.

Lo svezzamento tradizionale si basa su indicazioni precise in merito alla quantità dei cibi e prevede di seguire tabelle precise anche per quanto riguarda le tempistiche di introduzione di certi alimenti.

Una delle tendenze attuali invece è quella di evitare indicazioni precise, ma di invitare i genitori ad ascoltare e seguire il proprio bambino, sia nei ritmi che nei cibi, assecondando le sue preferenze, sia in termini di gusto, che di consistenze.

La scelta del tipo di svezzamento è molto personale e la mamma deve scegliere quello che la rende più tranquilla.

QUALI ALIMENTI E QUANDO?

Non esiste l’alimento perfetto per iniziare il divezzamento: verdura, frutta, cereali…?

L’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un tempo gli veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia e del pediatra che fornisce i consigli. Il criterio dell’introduzione tardiva per prevenire le allergie scientificamente si è visto che non ha più nessun fondamento, serve piuttosto utilizzare una certa gradualità per prevenire difficoltà digestive dovute all’immaturità intestinale del lattante, ma anche per essere certi di fornire un’adeguata varietà. Consiglio di presentare i cibi nuovi uno alla volta, e di mantenere un adeguato intervallo, di almeno tre giorni, tra un nuovo alimento e l’altro.

In linea generale preferire alimenti semplici e naturali è importante per esercitare il gusto del bambino e stimolare la sua curiosità: cercare di evitare alimenti confezionati o già pronti è utile per insegnare al bambino il vero sapore degli alimenti naturali, oltre che evitargli conservanti aggiunti.

Premesso che i prodotti industriali sono certamente sicuri, quindi non si tratta di demonizzarli (sono anche indubbiamente pratici in alcune situazioni, per esempio fuori casa), il vantaggio di proporre al bambino alimenti freschi è però indubbio.

Sarebbe meglio sostituire gli omogeneizzati di frutta con frutta fresca schiacciata con la forchetta oppure grattugiata e gli omogeneizzati di verdura con verdura di stagione cotta al vapore e schiacciata con la forchetta, oppure omogeneizzata in casa. Per quanto riguarda la carne e il pesce sarebbero da prediligere i liofilizzati agli omogenizzati, ma ideale sarebbe comprare prodotti freschi di sicura provenienza cotti al vapore e poi tritati.

Quel che è importante è limitare l’apporto di sale e di proteine in quanto appesantiscono il metabolismo del bambino, possono orientare le sue preferenze future verso un’alimentazione meno sana e predisporre al sovrappeso nelle età successive.
È importante non insistere e non forzare in bambino a mangiare, ma cercare di alternare cibi diversi per colore, sapore e consistenza; spesso un cibo non accettato subito può essere accettato successivamente, magari cucinato diversamente. È stato osservato che sono necessarie almeno 10-15 somministrazioni di un alimento perché si consideri realmente rifiutato e/o accettato.

Entro l’anno il bambino dovrebbe aver provato un’ampia varietà di alimenti e dovrebbe essersi abituato a consumare due pasti principali e almeno uno spuntino.

La fase del divezzamento, sia che si scelga lo svezzamento tradizionale che l’alimentazione complementare a richiesta è un momento importante perché sono chiamate in causa le abitudini alimentari di tutta la famiglia. L’influenza positiva viene esercitata dalla varietà di alimenti presenti a casa e dall’esempio a tavola, purtroppo spesso la mancanza di indicazioni in merito, di una guida qualificata, unitamente alla mancanza di tempo dei genitori, tende a distogliere l’attenzione delle famiglie dall’alimentazione dei bambini e in questo modo l’alimentazione diventa monotona, molto spesso carente di componenti essenziali e vittima di abitudini famigliari errate.

La modalità di relazione nel proporre i nuovi alimenti e nell’approcciarsi anche a eventuali rifiuti è importante che sia equilibrata, per un bambino mangiare non significa solo alimentarsi, ma propriamente nutrirsi, perché il pasto porta con sé un gran numero di significati affettivi.

Io e le mie colleghe saremo insieme il 6 ottobre per sostenere voi mamme, voi genitori e per approfondire questi e altri aspetti, partendo dal nostro punto di forza che è l’unione dell’esperienza personale e professionale.